Il Quattrocento e l'età d'oro padovana

Laureati complessivi per anno dal 1400 al 1600
Il Quattro e Cinquecento sono considerati l’età d’oro dello Studio padovano.
In tali anni si ebbero prestigiosi docenti e studenti provenienti da tutta Europa, mentre nelle aule padovane si svolgevano lezioni e discussioni scientifiche che cambiarono per sempre i confini della scienza in campi come la filosofia, la medicina, l’anatomia, la teologia, l’astronomia e non solo.
Sul finire del Cinquecento si raggiunse il numero più alto di laureati all’anno, poi superato soltanto nel XIX secolo.
Tutti ottennero i titoli attraverso i Sacri Collegi (enti preposti alla valutazione dei candidati) o per concessione dei conti palatini residenti in città.
Quelle indicate sulla mappa sono quindi generazioni di laureati che, nonostante difficoltà di ogni sorta (economiche, linguistiche, politiche o di discriminazione religiosa) giunsero in città per studiare e godere della Patavina libertas, ossia i privilegi concessi alla popolazione universitaria.
Di loro rimane traccia in molte fonti diverse, documenti notarili, atti delle relative nationes studentesche (associazioni su base linguistico-culturale), pietre tombali, contratti d’affitto o denunce all’autorità cittadina.
Laureati ebrei al 1610
Sin dalla metà del Quattrocento anche agli studenti di fede ebraica fu consentito di ottenere i gradi accademici allo Studio di Padova.
L’ateneo mantenne a lungo questa particolarità, mentre nel resto d’Europa agli ebrei veniva negata la formazione superiore.
Ciò stimolò l’arrivo in città di tali studenti soprattutto dal Nord Italia, dai domini veneziani e dai principali centri della diaspora ebraica.
La loro presenza a Padova è testimoniata anche negli anni centrali della Controriforma, quando essi vennero esonerati dal giuramento di fede imposto da papa Pio IV nel 1564.
Si trattò di un’esigua minoranza se paragonata al totale degli studenti ma assai qualificata e portatrice di una cultura e di saperi che influenzarono nel profondo la discussione scientifica patavina.


Laureati che avrebbero potuto frequentare le lezioni di Galileo Galilei
Galileo insegnò matematica a Padova dalla fine del 1592 al 1610, per quei 18 anni che il pisano definì i migliori della sua vita.
In tale grafico compaiono tutti coloro che ottennero gradi accademici a Padova in quegli anni relativamente all’universitas artista, la stessa entro cui era offerto il corso di Galileo.
Per tale motivo, entro una certa probabilità, questi laureati frequentarono le lezioni del pisano o lo conobbero personalmente.
Si tratta di un’indagine che potrebbe essere ulteriormente raffinata, restringendo la platea di laureati ai soli che discussero puncta (gli argomenti stabiliti per la discussione finale prevista per l’ottenimento del titolo) affini ai temi trattati da Galileo a lezione.
Laureati in teologia fino alla prima metà del Quattrocento
Il 15 aprile 1363 una bolla di papa Urbano V istituì ufficialmente a Padova la Facoltà di Teologia su richiesta di Francesco da Carrara, signore della città, e del fratello Ubertino, canonico della cattedrale.
Questa concessione riconosce allo Studio padovano, che già si era potuto affermare come centro di rilievo per gli studi superiori di Diritto e di Arti e Medicina, un ruolo di primaria importanza nella geografia delle università europee.
Il percorso accademico degli aspiranti teologi si caratterizzava per essere decisamente più lungo di quello degli studenti artisti e giuristi e presentava una serie di tappe intermedie tra l’inizio degli studi e l’acquisizione del titolo (licenza e/o dottorato).
Si tratta delle dispute, le discussioni pubbliche che avevano come oggetto il testo biblico e i libri delle Sentenze, a cui si aggiungevano le dispute de quolibet, cioè su un argomento a piacere, e le vesperie, a cui seguiva l’esame per il conseguimento del titolo.
Questa sezione ci consente di indagare i profili degli studenti, perlopiù membri del clero secolare e regolare, che nel corso del primo Quattrocento seguirono l’intero percorso degli studi teologici oppure solamente una parte di esso allo Studio di Padova.
